Da propulsione fossile a propulsione umana
Il progetto MO.SO.TO. è nato nel 2013 a opera di alcuni cittadini della provincia pisana, traendo l'esempio dall'espeienza del nord europa e di alcuni stati americani, dove in contesto di ridotte distanze, molto del traffico locale composto da una sola persona utilizzatrice di auto, si è passati alla propulsione umana grazie anche all'itroduzione di mezzi di trasporto a pedalata assistita, nonchè tipologie diverse di biciclette, come i tricicli, biciclette cargo e velomobili.
Il passaggio da propulsione fossile a quella umana, richiede però un tessuto sociale forte e scelte politiche coraggiose, che solo negli ultimi mesi cominciano ad affacciarsi timidamente su Livorno, Carrara, Lucca e limitataemnte ai piccoli comuni, ma per ridotte distanze.
Vie di comunicazione
Strade, rotatorie, cemento, viadotti non risolvono il problema
Continuare con questo tipo di sviluppo non si risolve il problema del traffico, come ormai si è visto in molte altre città, dove strade più grandi hanno portato maggiori volumi di traffico, ma non un maggiore scorrimento. Il primo intervento è quindi quello di avvaersi delle nuove tecnologie per limitare il moviemento di merci e persone per lavoro (la maggioranza dei lavori dovrebbe essere fatta entro un raggio di 10 o 20 Km da casa del lavoratore) e il secondo intervento prevede l'incentivazione della mobilità su mezzi a propulsione umana almeno per chi utilizza l'auto per spostarsi singolarmente.
Nuove vie di comunicazione
La Regione Toscana ha previsto la realizzazione della pista ciclabile più lunga d'Italia (ciclovia dell'Arno), a cui si potrebbero collegare molte delle ferrovie dismesse e abbandonate per realizzare tante altre arterie di collegamento dei comuni e paesi più distanti (ferrovia Pontedera-Lucca; ferrovia tram Pisa-Livorno; ecc) e che andrebbero ad arricchiere il programma EuroVelo.
I cittadini sensibili a questa tematica sperano che il progetto della Regione preveda la costruzione di una pista ciclabile a norma di legge, veramente utilizzabile e che non sia un classico sperpero di risorse pubbliche per affidare progettazione e costruzione ai soliti sponsor dei partiti, che andrebbero a realizzare uno stradello per passeggiate domenicali sottoposto a facile abbandono dopo alcuni mesi. Dal 2013 al 2018 sono stati fatti solo proclami e innagurazioni di piccoli tratti tra di loro staccati, che sono sembrati solo slogan di una campagna elettorale infinita che ancora non ha portato a nessun risultato concreto.
Finalmente nel 2019 il governo del cambiamento ha stanziato i fondi necessari per la realizzazione della mobilità dolce. Tali fondi sono adesso in mano alle Regioni e ci auguriamo che ne facciano buon uso, riconoscendo il merito allo Stato e non per tagliare nastri all'indomani delle solite rielezioni dei presidenti di turno uscenti.
Analisi dei principali mezzi di trasporto
Abbiamo analizzato quanta energia in kJ (Kilojoule) serve ai principali mezzi di trasporto per spostare una persona di 1 Km (Chilometro).
Per i mezzi che portano più di una persona il costo energetico è considerato diviso per ogni posto disponibile, ipotizzando di avere tutti gli occupanti per non sprecare l'energegia richiesta.
Per rendere meglio l'idea di quanta energia serva per fare 1 Km, abbiamo trasformato il valore dell'energia cosnumata in energia data dall'alimento più comune, ovvero il pane.
La tabella riporta in ordine decrescente, dal mezzo più energicamente vorace, a quello che consuma meno e a sorpresa i scopre che il mezzo a pedali è molto più parco, in termini energetici, della singola persona che si sposta a piedi. Tale mezzo migliora il suo consumo utilizzando la variente più performate, ovvero la bicicletta reclinata e, per velocità un po' più sostenute, la velomobile.
Si nota inoltre che il mezzo meno energivoro, che non utilizza la propulsione umana, ma nemmeno quella fossile (diretta), risulta essere l'auto elettrica, prendendo come riferimento un modello medio utilizzato in modo standard, quindi modelli più performanti e utilizzati al meglio abbatterebbero ancora tale risultato.
Veicolo | Consumo KJ per Km | gr di pane per KM |
Elicottero | 16.000 | 1.418 |
Concorde | 9.000 | 797 |
Aereo | 4.000 | 354 |
Auto benzina/gas | 3.000 | 266 |
Auto diesel | 1.700 | 151 |
Motocicletta | 1.100 | 97 |
Autobus/Tram/Treno | 800 | 71 |
Auto elettrica | 420 | 38 |
A piedi | 200 | 18 |
Bicicletta | 60 | 5 |
Dati tratti da Sexl Raab Streeruwitz - Elementi di Fisica - Zanichelli
Analisi dei mezzi che utilizzano la propulsione umana.
Preso atto dei vantaggi che presenta il mezzo a pedali, si è fatto necessario analizzare modelli di bicicletta diversi rispetto alla tradizionale posizione verticale, e come avviene nelle città del nord Europa, è stata ritenuta migliorativa la soluzione reclinata per lo scopo necessaro alla mobilità sostenibile.
Tale tipologia di bicicletta permette infatti, anche ad un ciclista poco allenato, di mantenere alte velocità di punta con minimo sforzo, grazie al vantaggio aerodinamico, e di avere un'ottima capacità di carico. Ulteriori variazioni di questo mezzo ormai molto utilizzato in altri paesi, sono il trike e la velomobile (di cui stanno nascendo molte varianti in Europa e nel mondo) che permettono un utilizzo invernale e quindi la vera alternativa per lo spostamento di quote di traffico dalla propulsione fossile a quella umana.
La possibilità di inserire un'assistenza elettrica alla pedalata fanno diventare questi mezzi un'alternativa appetibile anche alle persone che non hanno troppa confidenza con i pedali e vogliono limitare sforzi per raggiungere il posto di lavoro o una località, dove non avrebbero il tempo e il posto per lavarsi e cambiarsi d'abito.
Per chi ancora non può permettersi di spostarsi singolarmente e necessita di trasportare oggetti e persone, oppure fa molti più chilomentri e d'inverno vuol rimanere all'asciutto, il mezzo più sostenibile senza la proprulsione umana resta l'auto elettrica, che grazie all'efficenza del motore (oltre il 90% mentre un diesel di ultima generazione si avvicina solo al 30%) ha un'impatto ridotto sull'ambiente che si va a ridurre sempre di più nel caso di ricarica da un impianto di produzione elettrica ad energia rinnovabile.